Tumore al cervello: un inibitore di HDAC appare efficace nel medulloblastoma in un modello murino
Il medulloblastoma è il più diffuso tumore al cervello dell’infanzia. I trattamenti attuali associano la chirurgia alla radioterapia e alla chemioterapia, e consentono buone probabilità di guarigione.
Queste terapie, tuttavia, non sono prive di effetti collaterali gravi come disturbi cognitivi permanenti, e sono poco efficaci in presenza di recidive.
Una nuova ricerca, pubblicata su Nature Scientific Reports, ha permesso di individuare una molecola capace di frenare la crescita del medulloblastoma.
Lo studio è stato condotto da Gianluca Canettieri del Dipartimento di Medicina molecolare della Sapienza, in un laboratorio associato all’Istituto Pasteur Italia, in collaborazione con ricercatori dell’Iit-Istituto italiano di tecnologia.
In passato era stato identificato l’interruttore del medulloblastoma: una proteina chiave chiamata Gli e coinvolta direttamente nella formazione del tumore.
E' stato dimostrato che modifiche di Gli ( rimozione o aggiunta di molecole di acido acetico ), determinano rispettivamente l’accensione o lo spegnimento del dispositivo molecolare che induce la crescita tumore.
Grazie a questo meccanismo è possibile frenare lo sviluppo del medulloblastoma impedendo che le molecole di acido acetico siano rimosse da Gli e spostando così l’interruttore del tumore da ON verso OFF.
Nel medulloblastoma sono presenti in maniera abbondante due proteine, le deacetilasi HDAC1 e HDAC2, che rimuovono l’acido acetico da Gli e quindi promuovono la crescita del tumore.
I ricercatori hanno deciso di utilizzare un inibitore delle istone-deacetilasi, Mocetinostat, in grado di inibire selettivamente queste proteine accelera-tumore, studiandone le proprietà su topi con medulloblastoma.
I risultati sono stati molto incoraggianti: negli animali, la somministrazione ha rallentato la crescita del tumore e ha aumentato notevolmente la sopravvivenza.
Inoltre, questo farmaco, già in sperimentazione nell’uomo per alcuni tipi di linfomi e di leucemie, sembra avere effetti collaterali relativamente modesti. ( Xagena Medicina )
Fonte: Università La Sapienza di Roma, 2017
Xagena_Salute_2017
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